Se ti occupi di analisi dati, sicuramente conosci già Piwik che ha cambiato il nome in Matomo.
Se, invece, sei nuovo da queste parti, vesto i panni del professore (in stile Severus Piton) e ti lascio la definizione tecnica.
Matomo (ex Piwik) è una piattaforma open-source per la web analytics installabile sul proprio server.
Se ti dico web analytics, tu penserai subito a Google Analytics e come darti torto? È il servizio online più conosciuto e più utilizzato in questo ambito.
Beh, devi sapere che Matomo rappresenta una delle migliori alternative esistente a Google Analytics: oltre a raccogliere i dati del traffico ai siti web, Matomo integra anche molte funzionalità per migliorare la CRO.
La cosa più importante da considerare riguarda la proprietà dei dati: con Matomo, la proprietà e l’accesso ai dati resta sotto l’esclusivo controllo di chi li raccoglie, visto che l’installazione avviene su server proprietari. Con Google Analytics, invece, i dati sono sotto la proprietà e il controllo di Google. Ovviamente questo implica che se ti bucano il server e ti ciucciano i dati sono cavolacci amari per te, perché sei tu il responsabile (evviva la GDPR e la privacy).
Ma vediamo nel dettaglio come funziona questa piattaforma.
Proprio come il suo antagonista, Matomo presenta le classiche caratteristiche:
e molto altro.
Ovviamente non mi dilungherò oltre: è impossibile descrivere tutte le funzionalità della web analytics in poche righe.
Mi concentrerò più sulle differenze tra Matomo e Google Analytics e sugli strumenti per la CRO di cui dispone Matomo.
Come ti accennavo, al contrario di Google Analytics, Matomo salva i dati raccolti sul server proprietario e non li diffonde, mentre, per quanto riguarda the big G, tutte le informazioni vengono archiviate sui server dell’azienda, cosa che può rivelarsi critica soprattutto in termini di privacy.
Un altro elemento di confronto riguarda la mole di dati raccolti perché, oltre determinate soglie, Google Analytics utilizza procedure di campionamento dei dati per generare i report, approssimando alcuni valori. Dal canto suo, Matomo non effettua alcuna approssimazione: i dati sono più verosimili.
Infine, Google Analytics non offre strumenti per la CRO come le registrazioni delle sessioni e le heatmaps. Dunque, ti troverai costretto ad installare tool come Yandex Metrica oppure Hotjar.
Questa è la parte più interessante.
Matomo integra le funzioni principali per ottimizzare il tasso di conversione:
Le heatmap non sono altro che le mappe di calore di una pagina web: più un elemento (un pulsante o un link) viene cliccato dagli utenti, più acquisirà un colore caldo nella heatmap. I colori più caldi (rosso, arancione, giallo) sono quelli che segnalano una maggiore attività, i colori più freddi (verde, azzurro, blu), invece, indicano un’attività minore.
La mappa di calore non mostra solo le parti più cliccate, ma anche lo scroll di pagina, sempre utilizzando la scala di colori dal più caldo al più freddo.
La comodità di avere strumenti per la web analytics e per la CRO all’interno di un’unica piattaforma sta nel fatto che Matomo assegna agli utenti un ID univoco e che rimane invariato sia per la parte di analisi dati sia per la parte CRO, in modo da identificare con più facilità le mosse dell’utente.
Questa è un’altra funzione indispensabile per la CRO. Si tratta della registrazione dello schermo dell’utente durante la sessione, dalla quale puoi vedere i click, i movimenti del mouse e gli scroll all’interno di una pagina web.
Questo ti permette di scovare eventuali falle nel sito e sanarle in tempo, senza perdere conversioni.
Matomo crea un funnel per seguire step-by-step la user journey.
Grazie al funnel abbinato alle heatmap e alle registrazioni delle sessioni, potrai aumentare sensibilmente le tue conversioni. Garantito!
Quante volte ti sarà capitato di analizzare i dati di un form e accorgerti che gli utenti non portano a termine la compilazione?
Dove sta il problema? Le risposte possono essere molte: troppi campi da compilare che richiedono troppo tempo, il form è troppo complesso, oppure non è ottimizzato per il mobile e questo crea una scarsa esperienza utente.
Grazie alla funzione form analytics, puoi analizzare e intervenire in modo mirato per correggere eventuali problemi.
Dulcis in fundo: A/B test!
Una delle regole del digital marketing è testare, sempre! E per farlo ci avvaliamo degli A/B test per capire come ottenere più conversioni. Macché te lo spiego a fare? 😉
In questo caso, Matomo compara differenti versioni di landing page per capire quale ottiene più successo in termini di click. I test diventano particolarmente utili quando hai bisogno di dare una spintarella a quegli utenti bloccati nel funnel.
Esistono due versioni di questo software: una gratuita, Matomo on premise, e l’altra a pagamento, Matomo Cloud Host.
Per quanto riguarda la versione gratuita, le uniche spese che dovrai eventualmente sostenere sono il costo del tuo database dove installerai l’applicazione ed eventuali plugin premium.
Dall’altro lato, la versione a pagamento è di fatto un abbonamento mensile, il cui prezzo varia in base al numero di siti da tracciare e alle visite che ricevono.
Si tratta della versione gratuita. Matomo on-Premise richiede l’installazione su un server proprietario. Di conseguenza, sarai tu il diretto responsabile dei dati archiviati.
Inoltre, essendo il gestore del database, non avrai limiti sulla quantità di dati che potrai salvare.
Potrai personalizzare l’interfaccia grafica come preferisci, semplicemente scaricando dei plugin e widget.
Per la versione a pagamento la procedura di setup è identica a quella di Google Analytics, quindi ti basterà incollare uno script e sarai pronto per tracciare.
Attenzione però: Matomo Cloud Host utilizza i server di Matomo per archiviare i dati, includendo anche il supporto in caso di necessità.
Inoltre, non ti dovrai preoccupare di installare aggiornamenti o compiere manovre tecniche, se ne occuperà il software automaticamente. Insomma, una volta installato lo script, non dovrai più far nulla.
Parliamo di costi.
Il prezzo mensile varia in base al numero di visitatori e alla conservazione dei dati. Per esempio, l’abbonamento “Essential” eliminerà i dati più vecchi di 5 mesi, mentre il “Business” li mantiene fino a 24 mesi.
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Che dici, preferisci utilizzare il buon Google Analytics o ti ho tentato con questo articolo su Matomo?
Fammelo sapere nei commenti 🙂
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