Se sei un social media manager, un advertising specialist o un digital marketer, preparati!
È scoppiata la CBO, la news-bomba lanciata da Facebook.
CBO è un altro bellissimo acronimo (nel marketing ormai parliamo solo per acronimi) che sta per “Campaign Budget Optimization”, in italiano “ottimizzazione del budget delle campagne”.
Di cosa si tratta?
A partire da settembre 2019, Facebook ha spostato il budget delle ads a livello di campagna e non più a livello di gruppo di inserzioni.
Quindi, se prima ti dilettavi a smanettare con i budget — studiandoli, abbassandoli, trasferendoli — ora è tutto nelle mani di Facebook.
Piccolo spoiler: in realtà, la CBO non è proprio tutta farina del sacco di Facebook. La gestione del budget a livello di campagna è stata messa in atto in primis da Google Ads. Facebook si è semplicemente allineato agli standard della piattaforma pubblicitaria di Google.
Ma vediamo nel dettaglio le novità che introduce questa CBO.
Con l’introduzione della CBO, puoi gestire il budget delle tue campagne pubblicitarie su Facebook e Instagram in modo ottimizzato per raggiungere risultati migliori.
Ti basta definire il budget giornaliero o totale a livello della campagna e Facebook si occupa di distribuire il budget ai gruppi di inserzioni.
E lo fa automaticamente e in modo mirato: al gruppo di inserzioni più performante, Facebook allocherà più budget.
Insomma, si tratta di un metodo meritocratico per far lavorare meglio i gruppi di inserzioni ed evitare spese inefficienti.
La figata è che i ricollocamento del budget avvengono in tempo reale.
Ecco come funziona.
Supponendo di avere un budget di 30$, si crea una campagna con 3 gruppi di inserzioni e ad ogni gruppo vengono destinati 10$. Si lancia la campagna e si lascia che lavori.
Al termine, anche se abbiamo mantenuto una spesa omogenea per tutti i gruppi di inserzioni, questi hanno portato a tassi di conversione molto diversi: nell’esempio, 3 per il primo ad set, 5 per il secondo e 2 per il terzo.
Utilizzando la CBO, invece, con lo stesso budget di 30$ — però dosato in base al gruppo più performante — si può generare un maggior volume di conversioni.
Addirittura, 10 conversioni per l’ad set migliore.
Già leggendo le prime righe, ti sarai sicuramente reso conto dei vantaggi che la CBO porta nel lavoro quotidiano di chiunque si occupi di advertising.
E se ancora non ti sono chiari i benefici, eccoti un riepilogo.
Quando si dice “il tempo è denaro”… 💸
La CBO ti permette di risparmiare un sacco di tempo che puoi destinare per curare altri aspetti della tua strategia social.
Imposti il budget complessivo, lanci la campagna e sei libero di dedicarti ad altri task.
Se prima dovevi perdere la testa sopra a numeri, tabelle, ripartizioni della spesa, etc., ora — grazie alla CBO — puoi concentrarti, ad esempio, su come ottimizzare il funnel, sul raggiungere nuove KPI e (perché no?) studiare in modo più approfondito Google Tag Manager 😃
Più la spesa è mirata, più conversioni riuscirai ad ottenere, meno budget verrà sprecato in advertising poco performanti.
Partendo da questo presupposto amerai sicuramente la CBO, perché — oltre al tempo — ti fa risparmiare anche molta grana (un termine mooolto più tecnico per dire “soldi”).
Ti sarà capitato di destinare molto più budget a un determinato gruppo di inserzioni rispetto ad altri perché, basandoti sullo storico dell’andamento delle campagne, avevi notato che quel particolare ad set funzionava molto bene.
Ma stavolta… ti sei ritrovato con una bella cifra spesa e risultati di gran lunga al di sotto delle tue aspettative.
E poi chi lo dice al cliente?
Grazie alla CBO e ai suoi interventi mirati, verrai sollevato da questo gravoso incarico: Facebook farà il “lavoro sporco” per te, così non dovrai piangere sulle campagne che hanno fatto cilecca 😜
Di conseguenza, dimenticati anche A/B test per capire quale inserzione funziona meglio e con quale audience: sarà sempre la CBO a mostrarti la via più fruttuosa.
Distribuendo il budget in modo mirato, puoi aumentare notevolmente il Ritorno sull’Investimento (ROI), ossia il rapporto tra i costi sostenuti per la campagna e i risultati che ha generato.
Riprendendo l’esempio sopra, se senza CBO spendi 30$ e te ne tornando in tasca 10, convieni con me che è molto meno vantaggioso di spenderne sempre 30 ma averne 15 in tasca alla fine.
So che l’esempio è semplificato all’estremo, ma è per far filare il ragionamento.
Un’altra metrica ancora più precisa è il Ritorno sulla spesa pubblicitaria (ROAS).
Il ROAS scende nel dettaglio della campagna e consente di vedere che ritorno di spesa arriva da ogni singola attività di marketing.
E se per attività di marketing consideriamo anche la CBO e il tempo che fa risparmiare, il ROAS sarà ancora più proficuo.
Domanda da cento milioni.
Sapendo che un gruppo di inserzioni ha bisogno di più budget per rendere bene in termini di ROI, cosa accade con la CBO?
Come interferirà? Ci metterà lo zampino?
Non proprio.
È possibile definire un limite di spesa minimo o massimo a livello di gruppo di inserzioni.
Metti caso che il lavoro “automatico” di Facebook non ti soddisfi o che un tuo cliente ti chieda di allocare un budget specifico a un determinato target, possiamo farlo!
Puoi ancora tenere tu le redini 😉
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Che ne pensi di ‘sta fatidica CBO? Personalmente trovo che sia un bellissimo strumento per gestire il budget al meglio.
Non vedo l’ora di fare pratica. E tu? Attendo un tuo commento 🙂
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