Alzi la mano chi desidera essere nelle prime posizioni sui motori di ricerca per le query più ambite del proprio settore.

Ah-ah… tutti, scommetto 🙂

Idealmente si può raggiungere la cima delle SERP e avere un ottimo posizionamento organico anche con una buona (buonissima) attività SEO.

Sì, ma le tempistiche?

Ehhh…. senza dubbio fare SEO per il proprio sito web è indispensabile, ma per chi vuole avere risultati immediati e raggiungere la prima pagina rapidamente esiste una scorciatoia: le Campagne Pay-per-Click nei motori di ricerca, che permettono di mostrare il proprio sito fra i primi risultati per le query che ci sembrano interessanti per il nostro business. Naturalmente a pagamento 😉

Che è ‘sto Pay-per-Click?

Il Pay-per-Click (o PPC) è un tipo di pubblicità online in cui l’inserzionista paga non in base a quante volte la pubblicità viene mostrata agli utenti (ovvero il numero di impression), ma in base ai click fatti sull’annuncio.

Le campagne Pay-per-Click sono tipicamente presenti su motori di ricerca come Google o Bing, ma questa modalità è stata adottata anche dai social network come Facebook, Instagram, Twitter per i loro ads.

 

Che figata, anche io voglio fare questa cosa bellissima, come funziona?

 

Non scenderò nei dettagli perchè la spiegazione potrebbe essere moooolto lunga, ma riassumendo (almeno per quanto riguarda i motori di ricerca, visto che nei social il funzionamento è diverso) le campagna PPC su AdWords sono come delle aste.

Sì, hai capito bene, delle aste. Hai presente quelle situazioni in cui ci sono tante persone tipicamente piene di soldoni di un’aula, e un omino baffuto mostra dei quadri polverosi urlando “200! 210! 220! Chi offre di più? Aggiudicato alla signora col vestito rosso”. Immaginatela più o meno così (senza l’omone baffuto).

Quello che avviene è che il nostro simpatico Inserzionista sceglie delle parole chiave su cui fare delle offerte. Parole chiave che naturalmente gli sembrano di interesse per la propria attività. Le parole chiave non sono altro che le query che gli utenti digitano sui motori di ricerca quando stanno cercando qualcosa, ad esempio “Parrucchiere a Brescia”.

Chi vince l’asta?

La signora col vestito rosso di turno, in questo caso, è l’amico inserzionista che ha offerto di più per la parola chiave più simile alla query effettuata dall’utente. Con la differenza che, rispetto alle aste fisiche, non c’è solo un vincitore, ma un primo, un secondo, un terzo posto… e così via.

Lo ammetto

Te l’ho fatta semplice: in realtà l’offerta (chiamata anche CPC max, ovvero il costo per click massimo) non è l’unico fattore che stabilisce chi vince e chi perde in questa meravigliosa gara di sopravvivenza stile legge della giungla. Ce ne sono altri, come il quality score e la pertinenza dell’annuncio e della pagina di atterraggio, ma di questo ti parlerò un’altra volta… (forse).

Alcune parole chiave sono più costose, altre meno, in base al valore della query (ti faccio un esempio: ci pensi in quanti vorranno apparire per “gioielleria a Milano”? Forse un po’ meno per “viti seghettate a Bussolengo”).

E quindi quanto mi viene a costare tutto ciò?

Eh, bella domanda.

In realtà molto dipende da quanto decidi di offrire, sì, ma anche dalla qualità della tua campagna. Una buona campagna può performare bene a costi relativamente ridotti: più sei bravo meno spendi, ottenendo gli stessi risultati. Certamente – e questa è una delle cose più interessanti del sistema – non spenderai più del budget massimo giornaliero da te stabilito!

 

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